Triennale di Milano, fino al 1 aprile 2024
di Roberto Mutti
Self-Portrait with pink shorts and balloons, Paris 2017
Una cosa va subito detta come premessa indispensabile: non sognatevi di vedere nella personale di Juergen Teller alla Triennale di Milano una esposizione di moda. Si dirà, ma il fotografo tedesco ha lavorato per Yves Saint-Laurent, tanto per citarne uno che è addirittura partner della mostra, e ha pubblicato sulle maggiori testate internazionali del settore. Già, appunto, dipende da cosa si intende per moda: se è quella classica che in fondo si occupa di abiti e del modo di viverli allora non ci siamo ma se è quel laboratorio dove si confrontano nuovi modi di rappresentare la vita, allora sì “i need to live” è una mostra di quella moda lì. Te ne accorgi subito all’ingresso dal confronto fra la lunga sequenza di piccole immagini che ritraggono una coppia di operai in un cantiere di ristrutturazioni che in realtà sono lo stesso Teller e dall’inseparabile moglie Dovile che più avanti ritroveremo in abito da sposa il giorno del matrimonio, e la gigantesca parete dove sono incollate 310 immagini a colori (le ho contate eh) che ritraggono altrettante borsette. Da un lato, infatti, ci sono richiami alle griffe che ricompariranno nelle teche esposte lungo il percorso espositivo e dall’altro si spiattella il privato non solo nella sala dove compare la figlia neonata cui è stato affibbiato il nome Iggy ma anche nella parete dove in fotografo appare sdraiato con in mano i palloncini come nel manifesto che all’esterno pubblicizza la mostra solo che qui i vezzosi pantaloncini rosa non ci sono e….Le nudità compaiono qua e là compresa quella della moglie che gioca a “L’origine du monde” se ci avete capito, ma il gusto della provocazione e dell’épater les bourgeois francamente ha fatto il suo tempo, se non altro per mancanza di borghesi da spaventare. Straordinario è, invece, l’allestimento perché il curatore Thomas Weski e lo studio 6 a architects hanno creato uno spazio labirintico dove si alternano importanti ingrandimenti e pareti vuote riempite solo da una piccola stampa attaccata con quattro spilli, immagini singole di un polpo adagiato su un lenzuolo e storie un po’ misteriose (tutti quegli alberi evocano i lavori della famiglia di origine respinti dal fotografo allergico al legno), ironiche sequenze come quella in cui la moglie compare in 55 dittici di camere da letto di alberghi di tutto il mondo e pareti in cui sono riconoscibili fotografi, attrici, stiliste e stilisti, modelle, cantanti posizionati qua e là in un rimando quasi giocoso. Ognuno esce dalla mostra con un’immagine in testa più forte delle altre: a me è rimasta quella di Charlotte Rampling e la modella Raquel Zimmermann nude al Louvre accanto alla Gioconda in un gioco di rimandi iconici stavolta di ironica delicatezza.
Juergen Teller "i need to live"
Triennale di Milano, viale Alemagna 6, Milano. Aperta da martedì a domenica h 11-20 fino al 1° aprile 2024. Ingresso 15€, studenti 7.50€.
Go-Sees, Domenique, London, 29th September 1998
Yves Saint Laurent, Paris, 2000
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