di Roberto Mutti
Dopo dodici edizioni MIA Photo Fair, la più importante fiera italiana dedicata alla fotografia, compie una svolta e non da poco. Già perché tenta di smarcarsi dal classico format incentrato solo sul mercato – che comunque continua ad esserci perché le settanta gallerie che si sono prese gli spazi sono venute qui (anche) a vendere, come è giusto che sia – proponendo un tema che tutto accomuni. Va bene, si tratta di un tema - “Changing” il cambiamento - così ampio da farci entrare un po’ di tutto però l’intenzione è meritevole di attenzione.
Abbiamo visitato per voi in anteprima la fiera (che si apre da oggi a domenica con il nuovo orario 12-20.30) per darvi un po’ di suggerimenti perché, si sa, queste sono le occasioni in cui si entra pieni di aspettative che poi bisogna inseguire in spazi che si articolano in modo labirintico.
Partiamo dunque dalla sede che è stata scelta dalla nuova proprietà Fiere di Parma con l’intenzione di creare uno spazio più arioso e gradevole rispetto a quelli un po’ ristretti che avevano caratterizzato le precedenti edizioni. Allianz MiCo di via Gattamelata 13 è situata nella classica zona fiera milanese quindi il primo consiglio è quello di lasciare a casa l’automobile (a meno che non vi piaccia avanzare ansiosi in prima marcia sperando in improbabili turn over) e ricorrere al metro: fermata Portello e dieci minuti a passo normale sono un buon allenamento prima della lunga passeggiata all’interno che vi aspetta.
Secondo utilissimo suggerimento appropriatevi della planimetria contenuta nella brochure ben fatta che vi viene consegnata gratuitamente all’ingresso sempre per evitare l’effetto labirinto cui si accennava. Ora potete fare due cose che dipendono dalla vostra indole: se siete metodici percorrete il viale centrale che parte da A007 e finisce con G011, girata a sinistra fino al G017 e ripercorrete in direzione opposta l’altro viale fino a A021, girate a sinistra fino a A 005 e di nuovo a sinistra il terzo viale fino a G005. Questo è il perimetro, poi sta a voi percorrere le strade laterali.
Così abbiamo fatto noi, almeno nelle intenzioni, perché poi uno sguardo qui e uno là, un saluto a un gallerista e due chiacchiere con un fotografo, abbiamo finito per perdere il filo del percorso e seguire un’altra più interessante indole, quella della curiosità. La nuova direzione artistica di Francesca Malgara si è fatta sentire non solo sul tema generale ma anche sull’idea di creare due grandi aree tematiche dallo spiccato valore sociale e politico: “Oltre i confini del Mediterraneo” a cura di Rischa Paterlini parla del Mediterraneo come luogo di confronti e non di scontri come oggi appare, ribadito dalle immagini di trenta autori, “Reportage Beyond Reportage” a cura di Emanuela Mazzonis di Pralafera sottolinea l’impegnativo rapporto dell’uomo con i cambiamenti del paesaggio. La sezione curata da Domenico De Chirico “Beyond Photography-Dialogue” mette invece a confronto fotografia, pittura e scultura a indicare la fluidità delle contaminazioni.
Bene, ora lasciatevi andare, per questa prima giornata noi vi suggeriamo solo alcuni spunti: il primo a incontrare è stato Piero Gemelli (Galleria Farsetti A016) in un tripudio di accostamenti fra sinuosità di corpi femminili e di steli di fiori che colpiscono per bellezza e ironia: parlare con lui è un piacere, provateci.
La seconda tappa è alla Fondazione Sella (G010): del grande fotoalpinista non sono solo esposte le bellissime stampe da lui stesso realizzate ma anche una delle sue macchine fotografiche, un banco ottico con diaframmi a inserzione sull’obiettivo in ottone. Esposto sotto una teca, incanta per le dimensioni e fa venire in mente le tante difficoltà per trasportarlo con i suoi fragili grandi negativi in vetro sulle montagne più alte del pianeta.
Ultimo suggerimento una fotografia di Shirin Neshat con le caratteristiche scritte su due mani sta su una piccola parete che confina con una molto grande sul cui biancore troneggiano le sculture che Nika Neelov, artista russa ma di stanza a Londra che espone quelli che sembrano steli di rose punteggiati di spin e sono invece denti di squalo.
Per oggi è tutto, ma aspettatevi altri suggerimenti: seguiteci domani e fino a domenica perché abbiamo molte altre cose da dirci.
Roberto Mutti
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